Tatiana Ferahian (1970), è un’ artista armeno – cipriota, nata in Libano. Le sue opere intricate, intense e delicate, rispecchiano l’esperienza vissuta della guerra civile in Libano, suo paese d’origine dal quale scappò all’età di 14 anni rifugiandosi a Cipro. Il progetto, studiato appositamente, per la Va edizione di Shingle22j – Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e Nettuno, dal titolo: 25 grams of rice – Food for Thought (25g. di riso – spunto di riflessione) ha l’intento di ricordare la tragedia del genocidio armeno avvenuta durante le persecuzioni della Prima Guerra Mondiale. L’installazione è un’opera site-specific, pensata e realizzata per essere esposta all’esterno di Villa Sarsina durante il periodo della manifestazione. La composizione circolare consta di 287 sacchetti in wax paper, ritagliati e cuciti a forma di piccole colombe contenenti ognuno 25g di riso e uniti tra loro da invisibili fili di nylon raccolti in un ideale volo concentrico emblema della vita e della sua ciclicità.
L’artista, riguardo la sua opera, racconta:
A seguito del genocidio armeno del 1915, fu avviata, dall’ambasciatore americano Henry Morgenthau, un’operazione filantropica destinata a raccogliere fondi sufficienti per aiutare gli orfani armeni, chiamata “Soccorso al Vicino Oriente”. Per sensibilizzare la popolazione americana venne fatta circolare una piccola bottiglia contenente del riso e coperta da un’etichetta con su scritto che quella era la razione giornaliera di 750 bambini del Vicino Oriente, invitando le persone ad aiutarli facendo una piccola donazione a tutti gli armeni che stavano morendo di fame. L’operazione riuscì a far sopravvivere tutti gli orfani e quest’opera, che commemora i 100 anni dal genocidio è un tributo a tutti quei bambini sopravvissuti che hanno dato vita ad un’intera e nuova nazione armena.